
Arno Hammacher, un fotografo olandese ormai affermatosi anche in Italia, ha avuto per quasi un anno piena libertà di accesso al cantiere della nuova Sede Pirelli. Libero di riprendere qualunque aspetto la sua sensibilità gli suggerisse, ha scelto il suggestivo tema che forma l’oggetto di questo fotoservizio
Il grattacielo è il protagonista di questa sequenza fotografica: ma è l’uomo – manovale, muratore o carpentiere – a narrarne per immagini la storia, dalle fondamenta alla copertura.
L’architettura che Hammacher ci presenta non è mai contemplata, è vissuta: anche l’innalzarsi della torre è visto solo in funzione dell’uomo che vi lavora, attraverso l’estendersi della linea dell’orizzonte al di fuori del monumento al quale con le sue mani dà vita.
Formatosi in un ambiente aperto alle esperienze dell’arte figurativa moderna (suo padre dirige il Museo Kröller-Müller, in Olanda), Arno Hammacher ha assimilato l’intensità espressiva di Van Gogh e insieme il rigore compositivo di Piet Mondrian, cresciuti entrambi nella sua stessa terra. Le sue fotografie presentano un aspetto «astratto» della realtà obiettiva del lavoro: componendo linee, superfici e volumi attraverso attenzioni chiaroscurali, Hammacher sa scoprire possibilità emotive nelle più semplici forme geometriche, nei più elementari strumenti dell’uomo. Il badile, il metro, il martello del muratore sono per lui più interessanti dei mezzi automatizzati del moderno cantiere. Un secchio in primo piano sul tetto della torre può, da solo, dare la misura umana di tutta l’opera. Il gusto compositivo di Hammacher non è mai estetizzante: prima del gioco formale conta in ogni sua immagine l’essenzialità del gesto, la forza espressiva della figura umana. Dietro gli allettamenti di uno stile sono subito avvertibili il senso del lavoro, l’atmosfera che Hammacher fissa, documento di un istante nel divenire di una architettura.