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Il cinematografo motorizzato

Il cinema all’aria aperta, che ha preso in America notevole sviluppo, da richiedere ormai impianti e sistemazioni architettoniche del tutto particolari, nacque non molto avanti l’ultima guerra; e la maniera della sua apparizione probabilmente fu casuale. Questa forma di spettacolo cinematografico, cui si assiste seduti nella propria automobile, non potrebbe dissociarsi dal costume e dalle abitudini di un paese a traffico stradale fortissimo e costante. Un cinema siffatto non recluta i propri spettatori fra gente che abita nel suo stesso quartiere, o in un quartiere limitrofo. Ed è facile immaginare come l’idea prese forma e cominciò a realizzarsi, anche prima che qualcuno l’avesse un po’ vagliata, e si fosse reso conto del miglior modo di farla fruttare. In America non sono grandi viaggiatori. Voglio dire che i borghesi americani non si allontanano volentieri per lunghi viaggi. A soddisfare quel tanto d’istinto nomade che loro rimane dall’origine e dalla tradizione pioniera, bastano le frequenti evasioni nelle campagne, o nelle più prossime località balneari, e nei «parchi nazionali». Il loro entusiasmo per la natura, così caratteristico della psicologia anglosassone, si esprime con un candore, uno slancio, che a noi latini ed europei può talvolta sembrare perfino che abbia qualcosa d’infantile.

Ho avuto occasione di partecipare a desinari campestri ed altre escursioni, in comitiva con autorevoli professori universitari americani. Difficilmente i loro scolari avrebbero potuto emularli, ed essere più eccitati di loro e più clamorosi.

A buio, sulla via del ritorno verso la città, i gitanti si fermano in un luogo od un altro, a rifornirsi di carburante, a bere una Coca-Cola, a scendere per sgranchirsi le gambe. In prossimità di un parcheggio d’automobili è stato alzato un telone bianco, su cui vengono proiettate inezie pubblicitarie, intercalate di varietà umoristiche. Già una ventina d’anni or sono, a Oakland, a Santa Cruz, a Carmel, ecc., e nel suburbio di Los Angeles, ho visto certamente qualche cosa di simile; mentre il codazzo delle macchine che ordinatamente si susseguivano sulla grande autostrada, si soffermava a quello spettacolo provinciale. […] A poco a poco lo spettacolo s’è organizzato e perfezionato. E nei luoghi di villeggiatura o di grande transito turistico, è diventato un vero e proprio trattenimento di cinema all’aperto. Il terreno per impiantarvi una simile qualità di spettacolo, sebbene comparativamente molto più ampio del terreno che occorre per costruire in città uno dei soliti cinema ad aria condizionata, è terreno suburbano o campestre, e perciò di un costo inferiore. Inferiore tutta la spesa delle decorazioni, suppellettili, ecc. In America, la frequenza del pubblico cinematografico, negli ultimi tempi, s’è fortemente contratta.

 

E nessuno sarebbe invogliato ad accrescere il numero delle sale, per aspettarvi chi non viene; mentre, a questo modo, è per così dire il cinema che va incontro ad un pubblico motorizzato, e gli offre lo spettacolo senza nemmeno chiedergli il disturbo di scomodarsi a scendere dalla macchina.

[…] Più alla buona è il «teatro» (se vogliamo anche noi servirci di questa denominazione) Drive-In, Fly-In a East Dennis, nel Massachusetts. Un’occhiata alla fotografia basta a chiarire l’assetto e il funzionamento; con lo schermo che, per verità, ha dovuto esser sistemato, piuttosto scomodamente, un poco troppo in alto, e i robusti altoparlanti, indispensabili ad una proiezione sonora che si svolge su un campo così vasto. La baracca del bar è sulla sinistra. Il biglietto d’accesso al «teatro» costa 1 dollaro a persona; indistintamente per quelli che arrivano in automobile, e per quelli che arrivano in aeroplano. Perché come dice il nome – Drive-In, Fly-In – di questo parcheggio, e come mostra la fotografia, il campo è a disposizione sia degli automobilisti sia dei piccoli aeroplani da turismo.

Ma in Florida, famosa per le sue residenze balneari e di villeggiatura, più esattamente nei pressi di Jacksonville, è quello che ha tutta l’aria d’essere uno fra i più perfezionati di questi teatri o anfiteatri; ingegnosamente suddiviso in due mezzelune che si fronteggiano, nel mezzo alle quali è lo schermo. Complessivamente, nelle due mezzelune, trovano posto 1156 automobili; e ciascuna delle due sezioni del teatro ha il proprio ristorante, con annesse stanze di ripeso, toelette, ecc. Passeggeri che lo preferiscono, possono godersi la proiezione anche dalle terrazze che sovrastano il bar. Ma al bambino che è rimasto nella macchina con la sua governante, la bottiglia del latte sembra che interessi più dello spettacolo; e può darsi benissimo ch’egli non abbia poi tutti i torti.